L’occhio che non vede (più)

Roma, 29 maggio 2019

È curioso osservare il pubblico muoversi nelle sale del Museo.
Ogni Curatore dovrebbe, di tanto in tanto, mischiarsi nella folla e ascoltare – non visto – i commenti e le sensazioni delle persone in visita.
Il pubblico ha l’occhio fine, molto più di quanto si possa credere. Il visitatore, anche il meno attento, nota alcuni dettagli che allo sguardo allenato – ma anche assuefatto – dello studioso talvolta sfuggono.

la piazza del dipinto di SCHOR, al giorno d'oggi

La realtà è che l’esperto non vede più l’opera, ma ciò che essa rappresenta nella sua mente, a seguito di studi e ricerche concentrate su determinati aspetti e particolari pittorici che, fatalmente, nel tempo quasi cancellano alla vista tutto il resto.
La frase più frequente, di questi tempi, nelle sale del Museo di Roma è: “Ma questo è nuovo! Non c’era prima” riferita al quadro di Johann Paul Schor in prestito dagli Uffizi di Firenze.
Curiosità e interesse per la novità spingono le persone a guardare con maggiore attenzione i dettagli dipinti: l’oro dei vestiti, il grande carro allegorico, i frutti e i fiori dipinti con precisione botanica.

Ma dove siamo? Quale piazza è questa? Sarà ancora esistente?” Domande lecite che trovano risposta osservando accuratamente il quadro.

Se volete anche voi partecipare a questa “scoperta”, unitevi a noi nei prossimi appuntamenti dedicati ai possessori di MIC card (ma ovviamente aperti a tutti i visitatori del museo) che si terranno di mercoledì o di giovedì, tutte le settimane dalla prossima e fino al 14 luglio.

Poi, a malincuore, dovremo staccarci dal Carro d’oro e lasciarlo tornare a Firenze.
Splendente come prima, ma ancor più carico di ricchezza: quella depositata dagli sguardi del pubblico romano.