Di che taglia sei?

Roma, 2 maggio 2019

Avete mai provato a girovagare in un museo assieme ad un Nutrizionista o a una Dietologa? La cosa è piuttosto interessante, perché dietro una semplice constatazione delle corporature e degli aspetti fisici più evidenti si nascondono tante informazioni utili a comprendere meglio l’atmosfera culturale e il profilo storico che circonda i personaggi ritratti.

Giovanni Paolo Panini: Benedetto XIV Lambertini e il cardinale Silvio Valenti Gonzaga

Entrando al Museo di Roma, per esempio, il fisico slanciato ma al tempo stesso florido di John Staples ci racconta l’agiatezza della sua condizione aristocratica, unita alla facilità di muoversi – a piedi o a cavallo, oltre che in carrozza – evidenziata dal taglio ‘sportivo’ dell’elegante abito di velluto.
Meno facile orientarsi con Girolama Santacroce Conti, ritratta a mezzo busto nel bel sovrapporta a firma di Pompeo Batoni, in Sala 10.
Poco o nulla possiamo intuire dal suo busto, sebbene le braccia e il volto - rotondetto e vivace nel rossore delle gote - tradiscano la buona salute che accompagna la sua giovane età di novella sposa. Sappiamo dalle fonti che Girolama amava le perle, specialmente barocche; i suoi lineamenti ci inducono a pensare che perfino quelle di zucchero la facessero impazzire.
Proseguendo nelle sale dell’appartamento Braschi, al secondo piano del Museo, si incontrano molti altri personaggi dipinti.

Nel doppio ritratto (foto in alto) a firma di Giovanni Paolo Panini, l’inconfondibile pappagorgia del cardinale Silvio Valenti Gonzaga (affianco al papa Lambertini) non lascia molti dubbi circa il suo amore per il buon cibo. Del resto, qui come in altri celebri casi, il difetto estetico identifica e fissa nella memoria il personaggio, consegnandolo alla storia e perfino all’immaginario diffuso del grande pubblico dei non esperti.
Ma, forse, tra tutti gli sguardi che possiamo incrociare nelle sale del Museo, quello maggiormente enigmatico appartiene alla moglie del pittore Giuseppe Bartolomeo Chiari, nel bel ritratto di famiglia esposto nella Sala 12 al secondo piano.
La donna, Lucrezia Damiani, appare in buona salute nel fisico ben impostato al centro della scena. I gioielli, l’abito elegante, la spilla che orna il corpetto in primo piano ci chiariscono il ruolo sociale del pittore e l’agiatezza consolidata del ménage familiare.
Eppure quegli occhi sembrano un po’ infossati e lo sguardo quasi spento, a dispetto del timido sorriso della donna.
Chissà se sia davvero tutta salute quella che vediamo.