Faccia da quadro
I ‘sette bambini Rospigliosi’ sono indubbiamente una delle attrattive del secondo piano di Palazzo Braschi. Si tratta di una serie di ritratti dello stesso soggetto, il piccolo Pietro Banchieri nipote di papa Clemente IX, dipinti da Pierre Ronche tra il 1667 e il 1669. Il bambino era figlio di una nipote del papa, Caterina Rospigliosi, giunta a Roma proprio in quegli anni assieme al marito Nicolò Banchieri.
A guardare questi dipinti, messi in fila uno dopo l’altro su una parete della sala, la sorpresa si stempera in un sentimento di malinconia e quasi compassione per il bambino che sta in posa, vestito in ogni quadro in modo diverso. Non poco deve aver influito la passione del potente pontefice per il teatro, inteso in tutte le sue forme di rappresentazione, costumi compresi. Forse per ingraziarsi lo zio, o forse per una più generale tendenza della nobiltà del tempo al mascheramento come forma di divertimento e passatempo, il giovane rampollo ci guarda con i suoi occhioni atteggiandosi a ballerino, antiquario, guardia svizzera, Cupido e perfino damigella! Eh sì, in uno dei dipinti il maschietto si trasforma in giovinetta, con tanto di miniatura raffigurante lo zio pontefice, in una mano.
Non c’è che dire: questa serie catalizza l’occhio e la fantasia dei visitatori, di ogni dove e di tutte le età. Perfino il regista Paolo Sorrentino non ha saputo resistere al ‘bambino Rospigliosi’, che infatti compare nella sequenza notturna de "La grande bellezza" in cui Jep (Toni Servillo) e Ramona (Sabrina Ferilli) vanno alla scoperta di luoghi preziosi preclusi alla gente comune, esclusivi e magnifici.