La morte ti fa bella
Prosegue il ciclo Artemisia e le altre e domani, alle 17:00 nelle sale della mostra, la curatrice Donatella Germanò replicherà il suo intervento su un tema molto delicato, declinato ovviamente al femminile. Si parlerà del suicidio come forma di riscatto morale, avverso un destino beffardo che sembra non dare scampo né vie di fuga alternative.
Ma la cosa più interessante è che le due protagoniste di questo dialogo con il pubblico sono due donne lontanissime tra loro per estrazione e appartenenza: da un lato Lucrezia, romana, moglie di Lucio Tarquinio Collatino che fu un protagonista della instaurazione della Repubblica a Roma nel 509 a.C.; dall’altro Cleopatra, la “perfida” regina d’Egitto che seppe far girare la testa ai migliori esponenti dell’establishment politico romano, mettendone a rischio la stabilità stessa dell’Impero romano.
L’iconografia delle due donne è in tutto simile e cambiano solo gli strumenti di morte da loro adottati: l’aspide per l’esotica maliarda, lo stiletto per Lucrezia.
Ci sarà molto da dire dunque circa la loro presunta ‘familiarità’ e il fatto stesso di accomunarle in un destino tragico e salvifico al tempo stesso, capace di stravolgerne i ruoli nelle rispettive storie, rendendole immortali.