Luogo di delizia e di stupore
Le tre grandi vedute che compongono lo scenario dipinto della sala al terzo piano di Palazzo Braschi, seguono la grande tradizione del paesaggio classicista del Seicento recuperando perfino l’espediente della finta loggia dipinta, caratteristica dell’illusionismo prospettico cinquecentesco.
Protagonista assoluto è il lago di Nemi, di pertinenza del casato dei Braschi e dunque celebrativo della committenza, ma importante anche per lo sfruttamento del territorio intrapreso dal duca Luigi Braschi Onesti in termini di vera e propria economia agricola, per esempio grazie all’ingente opera di disboscamento che portò alla piantagione di migliaia di piante di ulivo.
Ma in questo ambiente dell’appartamento al terzo piano, dapprima utilizzato come dimora dai proprietari e poi come ufficio di rappresentanza di Luigi Braschi divenuto Sindaco di Roma (1810) l’effetto scenografico della rappresentazione illusoria doveva soprattutto stupire gli ospiti con un vero e proprio coup de théâtre, elegante e avvolgente, in grado di stupire e ammaliare chiunque avesse accesso alle stanze del duca.