Con parole vostre
“Giuditta è senz’altro la mia preferita!” Da sotto il berretto calato sugli occhi, scuri e vivaci, Paola sprigiona energia e passione. È piccola di statura e giovane di età, ma ragiona e si esprime come e meglio di tanti adulti. “Conosco la storia biblica e ho sempre pensato che queste Eroine rappresentino la quintessenza dell’essere donna, in ogni tempo e società”
La guardo con curiosità e lei continua “Sono giovani all’apparenza indifese e comunque sole nel loro agire. Eppure riescono, quasi esclusivamente con la propria avvenenza, a invertire le dinamiche del potere e a scardinarne la logica interna: alla fine, la Virtù vince sempre sull’ingiustizia”.
“Scusate, ma io credo che protagonista di questa mostra sia il colore, in tutte le sue possibili intonazioni” A parlare è Alessandro, studente anche lui e giovane quindi, come Paola. “È quello che mi ha maggiormente colpito, anzi letteralmente conquistato! Ci sono quadri che ti chiamano ad entrare nella scena, proprio grazie alla scelta raffinata e sorprendente dei colori usati dal pittore” Mentre parla muove le mani e si gira intorno, come a convincere gli amici della verità delle sue parole “Ma avete visto il quadro del padre di Artemisia, nella penultima sala? Quello con le figlie di Loth: è come entrare nel prisma ottico e passare dai colori caldi a quelli freddi, muovendo lo sguardo da sinistra a destra. Io credo che sia un capolavoro assoluto di bellezza” E – aggiungiamo noi – di sapienza narrativa. Perché nel passaggio dal rosso della veste di Loth all’azzurro intenso dell’abito della figlia, sulla destra, tutta la tensione e il pathos del racconto biblico (terrifico nel tema dell’incesto che si consuma) sublima e subito condensa, nella fisicità statuaria del panneggio, di classica bellezza.
E voi, quale commento avete da regalarci?