Dentro (e fuori) Caravaggio
Roma, 27 settembre 2017
Il 29 settembre è una data molto popolare.
La Chiesa festeggia san Michele Arcangelo, ma per la maggior parte di noi la memoria va alla canzone dell’Equipe 84 che proprio a quella data si ispirava (anche nel titolo).
Tra il ‘sacro’ e il ‘profano’ c’è però una vox media che mette tutti d’accordo; un nome che evoca emozioni in ogni tempo; un personaggio popolare e al tempo stesso colto, data la sua attitudine di pittore, nel Seicento.
Caravaggio nacque il 29 settembre del 1571 e per questo fu chiamato Michelangelo, in omaggio al Santo Patrono che lo avrebbe protetto e guidato nella vita, secondo la concezione cristiana e la dottrina del tempo.
E in effetti l’Arcangelo che sconfisse i demoni nella battaglia dell’Apocalisse deve aver avuto un bel da fare appresso a lui, alle sue intemperanze, a quel carattere ombroso e scanzonato che procurò all’artista tanti nemici quanti furono gli ammiratori.
Venerdì 29 settembre, a Milano, apre una mostra dedicata a lui e incentrata sulle nuove conoscenze che abbiamo della pittura del maestro, alla luce dei più recenti studi e soprattutto delle straordinarie scoperte che la più sofisticata tecnologia applicata al restauro ci ha consegnato.
Ma Caravaggio è anche a Roma, nella cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi, ad esempio, dove un vero e proprio teatro si apre ai nostri occhi nelle tre tele che coprono le pareti con il racconto della conversione e del martirio dell’evangelista Matteo.
Oppure a Santa Maria del Popolo, nella cappella Cerasi, con due tele dedicate ai santi Patroni di Roma (Pietro e Paolo) a comporre un cannocchiale ottico di insuperata arditezza.
Caravaggio, però, è anche a palazzo Braschi fino a domenica. Vi ricordate della mostra tattile “CONTATTO. Sentire la pittura con le mani”?
Ebbene, nelle ultime ore di apertura al pubblico di questa straordinaria esperienza di approccio alla pittura, i visitatori potranno “ascoltare” con le mani la restituzione a rilievo della splendida Maddalena penitente di Caravaggio, conservata alla Galleria Doria Pamphilj di Roma (e in mostra a Milano, ora).
Oppure “entrare” con il tatto nella tela raffigurante la Madonna dei pellegrini che si conserva nella chiesa di Sant’Agostino (anch’essa prestata per l’esposizione milanese).
Concedetevi questa emozione!