Una goccia nel mare?
Roma, 22 agosto 2018
Ma quanto è curioso il nostro John Staples?
Ora si interroga su quasi tutti i nomi delle strade e sembra non finire mai di stupirsi, ogni volta. Nella sua ultima passeggiata romana si è trovato a via Margutta e non ha resistito al fascino di questa via. Come lo capiamo, vero?
Non è certo un caso che tanti artisti e registi famosi, attori e uomini della cultura abbiano scelto questa via come residenza romana. Ed è proprio la strada degli artisti via Margutta, con gli studi e gli atelier ancora attivi che affacciano sulle pendici del Pincio.
L'etimologia del nome Margutta è incerta, ma potrebbe derivare dal latino maris gutta (cioè goccia di mare) con cui si indicava in modo ironico il ruscello che scendeva dalla villa dei Pincii, sulla collina omonima, ed era di fatto utilizzato come cloaca naturale.
Di certo, in origine la via non era altro che un viottolo sul retro dei palazzi di Via del Babuino, per lo più occupato da ambienti adibiti a magazzini o scuderie. Alle falde della collina del Pincio, infatti, vivevano stallieri, muratori, marmisti e cocchieri che svolgevano nel viottolo la propria attività.
La prima bottega di artista dovette sorgere nel Medioevo, ad opera di un anonimo artigiano dedito a ritratti, fontane e ringhiere, avviando una fiorente industria che attirò nel tempo generazioni di artisti - per lo più stranieri - che iniziarono a costruire qui le proprie case con annesse botteghe e giardini, sostituendo le baracche, le stalle e gli orti.
Alla metà dell’Ottocento Monsignor de Mérode (artefice a Roma di grandi investimenti immobiliari e di trasformazioni urbanistiche come quella operata nell’area di via Nazionale) intuendo il cambiamento, acquistò i territori alle pendici del Pincio, impiantò le fogne e trasformò il vicolo in una strada nel nuovo Piano Regolatore.
Se passate per via Margutta, date uno sguardo anche alla marmorea Fontana delle Arti progettata da Pietro Lombardi nel 1927: appoggiati su mensole sorrette da cavalletti da pittore, due mascheroni centrali - uno triste ed uno lieto - simboleggiano l'alterno stato d'animo degli artisti.
Che delizia, vero John?