Architettura dell’inconscio
Roma, 14 giugno 2017
« What’s the most resilient parasite? An idea.
A single idea from the human mind can build cities.
An idea can transform the world and rewrite all the rules.
Which is why I have to steal it. »
Neppure Dom Cobb, abile ‘estrattore di idee’ protagonista del film Inception di Christopher Nolan, riuscirebbe a cancellare, estirpandolo dalla mente umana, il senso di attrazione e fascinazione esercitato nei secoli dalle rovine dell’Antica Roma. E come nei diversi livelli di sogno descritti da Nolan, anche per questo luogo simbolo della Storia esistono più piani di percezione, a seconda del grado di conoscenza e di frequentazione di chi, studioso o no, si ponga di fronte al tema.
Così è certamente stato per Giovan Battista Piranesi, le cui vedute trasmettono soprattutto il senso di spaesamento dell’uomo al cospetto della maestosità del passato. Inutili sembrano gli sforzi di chi si avvicina a quelle vestigia nell’intento di riprodurne le forme e le misure di un equilibrio perfetto che non trova più rispondenze nella realtà, come evidenzia la sproporzione tra oggetti architettonici e persone in primo piano.
E la mostra allestita al primo piano di Palazzo Braschi intende proprio proiettare il visitatore nell’esperienza dell’immaginario di Piranesi, con frammenti di quell’Antichità che ispirò il maestro per le sue celebri incisioni, accanto alle vedute e alle restituzioni di edifici e luoghi di una Roma imperiale perduta per sempre.
Una esperienza emozionale, prima ancora che intellettuale.