La figura nera aspetta il bianco
Basterebbe anche il solo titolo per convincere ad entrare.
Alessandra Mauro, curatrice della mostra di fotografie di Mario Giacomelli allestita fino al 29 maggio al primo piano del Museo di Roma, dice di aver raccolto questa felice definizione dalla viva voce dell’autore, durante una delle sue ultime interviste, davanti ai celeberrimi scatti della serie dedicata a Scanno.
La figura nera aspetta il bianco diviene così titolo e chiave di lettura di un percorso espositivo che abbraccia l’intera esperienza professionale del grande fotografo marchigiano, analizzando sala dopo sala i temi e le serie che lo hanno reso celebre nel panorama internazionale, ma soprattutto facendo emergere la grande libertà compositiva dei suoi scatti ed una sempre più nitida tendenza all’astrazione, che pone di fatto Giacomelli sul medesimo registro delle coeve ricerche dell’Informale artistico.
Bella e profonda, come gli sguardi dei degenti nell’Ospizio di Senigallia o le morbide pieghe dei paesaggi marchigiani, questa mostra è un omaggio alla grande arte della fotografia e al tempo stesso una esperienza visiva di straordinaria forza ed indubbia bellezza, in un confronto serrato tra bianco e nero che amplifica il racconto in chiave poetica.