Ballata per la Psiche svenuta
Roma, 20 marzo 2019
Ve lo abbiamo promesso.
Ecco quindi il testo della Ballata per la Psiche svenuta, redatto e interpretato dagli studenti del Liceo Socrate, a conclusione delle due settimane di Alternanza scuola lavoro al Museo di Roma.
VITTORIA CALDONI (la modella)
Il marmo nasconde il mio rossore
Spero che nessuno si avvicini
CARLOTTA LENZONI (la “dama della Psiche”)
Oh che ci fo’ io qui?
Non bastava che dormisse la candida fanciulla?
Son io la dama che la Psiche ha reso eterna,
nella Firenze che è ancor più moderna
ZENAIDE BONAPARTE (la padrona di casa)
Debole corporatura è segno di fragile salute.
Quanto rumore attorno a questo corpo
Che come miele tutti attira a sé,
mentr’io m’affanno a servir loro il tè!
PELLEGRINO ROSSI (il mediatore, assassinato alle Idi di novembre)
Più grande è la causa, più profondo il sonno
Per coloro che vivon in dispregio della morte.
Delicato è per te l’oblio del Mito, o giovin Psiche,
ché più severa fu per me la Sorte.
CARLOTTA DEL BELGIO (Imperatrice del Messico, precocemente uscita di senno)
Non il tuo volto fresco, né i turgidi seni
E neppure la morbida curva dei tuoi fianchi
Mi muovon all’invidia per te, o Psiche mia,
bensì le ali: che ti portan via
da una vita che conduce alla follia.
ZENAIDE WOLKONSKY (nobile russa convertita al cattolicesimo)
Cosa mi dice questo corpo nudo?
Tante modelle ho già visto in vita mia
E tante ancor si metteranno in posa;
ma immortale è lo spirto, non la chioma.
SOFIA ODESCALCHI (la “principessa generosa”)
Generosa tu mostri il ventre e il seno
Ma potresti ben più doni ricavare
mettendo a frutto ogni tua gemma
Come io feci con la tenuta di Bracciano
TOMAS CIPRIANO DE MOSQUERA (rivoluzionario al fianco di Simone Bolivar)
Il dolce viso e i suoi dolci fianchi
Ricordano a me chi ho sempre amato.
Nella libera terra mi guardava con occhi stanchi
Più bassa di rango, ma più alta di spirito.
Un’indigena il mio cuore avea sfinito
TOMMASO MINARDI (artista, amico di Tenerani)
Candide gote del levigato marmo
Perfetta armonia scultorea
Che cela riserbo ed innocenza
Di un volto a me noto e familiare
Come quello di colui che è a me sodale.