Sorpasso in curva
Non c’è che dire: Borromini ha proprio surclassato gli architetti del suo tempo in termini di novità di linguaggio!
E non bisogna essere esperti di arte o professori per riconoscere il suo ‘stile’ davvero inconfondibile, fatto di cornicioni curvi e di spigoli vivi.
Sono inserti di slang in un parlare forbito, inflessioni dialettali che risuonano come melodie e infrangono la metrica rigorosa del classicismo; sono ammiccamenti più o meno espliciti alla curiosità del passante, alle emozioni dei singoli, alla bellezza delle imperfezioni.
La facciata di Sant’Agnese in Agone, ad esempio, che con il suo profilo concavo accoglie il vuoto oblungo di piazza Navona; ma anche l’onda morbida dell’Oratorio dei Filippini a Chiesa Nuova e quella più rapida della facciata di San Carlino alle Quattro Fontane.
Nessuno prima di lui aveva osato tanto. In molti hanno tentato di imitarlo, in seguito.
Ma il suo ‘scarto’ repentino e inatteso – che tante critiche gli valse in vita – rimane per noi il segno di un talento straordinario, la firma di un artista ardito e imprevedibile.
Geniale e un poco eccentrico: per questo insuperabile; specialmente nelle curve.