La nostra storia in un quadro
Roma 14 marzo 2018
Al Museo di Roma può capitare anche di ascoltare la lettura di una poesia davanti a un quadro o di sentire una inconfondibile canzone dei Beatles, riempire una sala con la sua melodia.
È quanto successo con alcuni studenti liceali impegnati nelle attività di “Alternanza scuola lavoro”, che al termine del lavoro svolto al museo sono stati stimolati a dare una lettura emozionale ed empatica di un’opera a loro scelta, di fronte alla quale esprimere il proprio sentimento mediante un testo loro particolarmente caro, o una canzone o un verso poetico, capace di illustrare il legame profondo con l’opera scelta e con il proprio vissuto.
Così Fiorella Mannoia ha svelato quello che le donne non dicono di fronte ai volti in controluce delle dame che passeggiano al Pincio, nel quadro di Georges Paul Leroux (sala 8, secondo piano) e nella stessa sala il Let it be dei mitici Beatles ha risuonato davanti al paesaggio autunnale di Villa Borghese, dipinto da Amedeo Simonetti.
E l’eroica morte del bersagliere nel La Breccia di Porta Pia di Archimede Tranzi, in sala 9, ha commosso fino alle lacrime la studentessa che stava leggendo una poesia di Cesare Balbo quale corredo vocale all’impeto pittorico e cromatico della tela.
Ognuno ha il proprio canale di trasmissione delle emozioni e l’opera d’arte, quando è davvero tale, sa interloquire con ognuno di essi.
Raggiungendo così il cuore di tutti, con segni e strumenti diversi.