Salti d'autore

Attraverso alcune opere del Museo di Roma riscopriremo la danza del saltarello, che costituiva la festosa conclusione della vendemmia, tra settembre e ottobre. Nella vita di allora la dimensione del lavoro e quella della socialità non erano rigidamente separate, anzi i canti di lavoro aiutavano la coordinazione e rendevano la fatica più sopportabile, oltre a rappresentare uno strumento di comunicazione collettiva e di espressione individuale. Erano le donne, con le loro mani minute, a compiere il delicato gesto della raccolta dei grappoli. L’uva poi veniva raccolta in grandi vasche dove, fianco a fianco, si pigiava a piedi nudi con un movimento che ricorda quello dei passi della danza. Se il contesto storico e sociale del saltarello è ormai scomparso, un rinnovato interesse per la cultura popolare si va affermando in questi ultimi anni, riconsegnando alla dimensione sociale un’antica tradizione, seppur variata e contaminata, come è naturale che accada a ciò che è vivo.