Arrivi e partenze
Roma, 4 dicembre 2019
La prima sala della mostra è estremamente suggestiva.
Attorno all'Autoritratto di Canova - posto al centro della sala - orbitano sulle pareti numerosi ritratti.
La situazione che si viene a creare vuole in qualche modo riproporre nello spettatore l’idea di quello che doveva essere l'ambiente nel quale Canova, giovane e volenteroso, si inserì grazie all'ambasciatore Zulian quando, nel 1779, giunse a Roma.
La città all'epoca era meta prediletta di numerosi artisti e intellettuali, attratti dal clima cosmopolita che la caratterizzava. In tal senso fu di fondamentale importanza la figura di Winckelmann, il cui busto è esposto nella sala successiva, che diede un grande input al dibattito sulle arti con i propri scritti relativi all'arte greca e all'importanza della fedele imitazione di quest'ultima.
La suggestione visiva gioca insomma un ruolo importante, anticipando il leit motiv di questa mostra, impostata sugli aspetti percettivi e sensoriali del pubblico prima che sulle nozioni e le informazioni accademiche.
Tutti questi volti proiettati verso l’autoritratto di Canova e oltre, direttamente nello sguardo del visitatore che entra in mostra, sembrano pronunciare ciascuno una frase, riferire un aneddoto, raccontare un episodio legato alla vita del grande scultore e alla sua presenza a Roma nell’ultimo quarto del Settecento.
Ed è come ascoltare il vocio allegro e costante di un gruppo di amici e colleghi illustri, personalità di spicco nel panorama delle Arti e della cultura del tempo, in un fraseggio per nulla ingessato, piuttosto colloquiale invece, come si addice a persone che condividono passione e stima reciproca ben al di là degli epiteti e dei formalismi.
Siamo così subito catapultati anche noi in quella Roma così fervida e smagliante per artisti e pensatori, viaggiatori e nobili curiosi, uomini e donne di assoluta grandezza. Ci sentiamo ‘a casa’ e come guidati da queste presenze, sala dopo sala, scoperta dopo scoperta, in un viaggio nel tempo che ci appaga nella curiosità e ci riempie di bellezza.
Forse è proprio qui il segreto del successo di una esposizione che viaggia ormai sulle 4000/5000 presenze nei week end.