Incredibile Canaletto
Roma, 16 maggio 2018
Se è vero che il nome Canaletto risulti piuttosto familiare a gran parte del pubblico - anche quello dei non addetti ai lavori - e che la sua fama sia giunta più o meno intatta fino a noi, è tuttavia inedito il successo che questo artista sta riscuotendo presso i giovani visitatori della mostra allestita a Palazzo Braschi.
Le scolaresche arrivano debitamente imbottite di nozioni sul vedutismo dai propri professori e nelle loro aspettative (provate a confutarlo!) c’è l’idea di una mostra magari anche bella, ma monotona e ripetitiva. Tutte vedute di Venezia! Sempre uguali nei colori, negli scorci, nei personaggi che compaiono…come dire: “ne vedi uno e li hai visti tutti”.
Ed è forse questo l’aspetto più interessante, tra i molti altri, di questa mostra: presentare Canaletto come un inventore creativo, manipolatore felice di vedute topografiche in favore di visioni magnifiche della città lagunare.
Leggendo i pannelli di sala, o le schede del catalogo, si scopre piano piano che questo presunto “fotografo” del Settecento in realtà inventò gran parte di ciò che dipingeva, almeno nel modo in cui lo presentava ai contemporanei. E per di più – ed è ciò che chiude il cerchio del ragionamento – che il suo arbitrio visivo rispondeva esattamente alle aspettative del “suo” pubblico, tanto da dettarne il gusto e condizionarne le scelte.
Quello che scopriamo, insomma, è un Canaletto campione del pensiero illuminista e precoce sostenitore di un’autonomia artistica che solo parecchi decenni dopo sarebbe stata rivendicata dai suoi ‘colleghi’.
Un uomo del suo tempo, in grado di anticipare i tempi. Ideatore di un brand (la veduta di Venezia, appunto) che non cessa di riscuotere gradimento e successo, a dispetto delle mode e dei capricci del mercato dell’arte.