Leggera ma non troppo

Roma, 3 luglio 2019

Il Ritratto della marchesa Margherita Sparapani Gentili Boccapaduli (1735-1820) di Laurent Pécheux, emblematica celebrazione del collezionismo e del mecenatismo artistico del Settecento, è stato messo a disposizione dagli AMICI DEI MUSEI DI ROMA cui è pervenuto per lascito testamentario della principessa Laudomia del Drago.

Laurent Pécheux, Ritratto della marchesa Margherita Sparapani Gentili Boccapaduli (1735-1820)

Come in una istantanea dei nostri giorni, nel 1777 Laurent Pécheux ritrae la marchesa Margherita Sparapani Gentili nel suo Gabinetto di storia naturale. Abbigliata nella raffinata veste à l’anglaise, la nobildonna accenna con una mano alla collezione di farfalle, mentre con l’altra trattiene un tralcio di gelso sul quale si muove un piccolo bruco. Gli arredi in stile egizio e il mobilio con decorazioni desunte da modelli antichi di probabile ideazione piranesiana, le due statue antiche del Sileno Villoso e del Cestiario, la macchina per esperimenti di elettricità e l’altra per creare il vuoto pneumatico, restituiscono un ambiente “museale” nel quale ogni dettaglio parla degli interessi della nobildonna e delinea la sua personalità “intellettuale” di certo inconsueta nel panorama romano femminile di fine Settecento. Il suo salotto fu tra i più importanti luoghi di incontro di intellettuali italiani e stranieri a Roma nella seconda metà del XVIII secolo: un luogo à la page nel quale la Marchesa svolse una funzione intellettualmente autonoma favorendo in prima persona le relazioni e gli scambi culturali tra personalità di spicco dell’epoca, come Antonio Canova e Giova battista Piranesi.

Sposata nel 1753 al nobile romano Giuseppe Boccapaduli, visse separata dal marito nel palazzo Gentili di via in Arcione, contando sulla costante e affettuosa presenza del letterato milanese Alessandro Verri, fratello del noto economista e scrittore illuminista Pietro Verri. Studiosa di scienze naturali, di fisica sperimentale e di astronomia, nonché viaggiatrice del Grand Tour, Margherita fece parte anche dell’Arcadia, con il nome Semira Epicense.

Il suo ingresso nelle Sale del Museo arricchisce ulteriormente il panorama di personaggi illustri del mondo della cultura nel Settecento a Roma, aggiungendo un tono di rosa alla già preziosa collezione di ritratti.