The Monument Man
Roma, 6 novembre 2019
Per noi oggi è quasi scontato parlare di conservazione, tutela e rispetto del patrimonio artistico.
Ma non è stato sempre così e non crediate che queste attenzioni siano frutto del pensiero contemporaneo: non è una ‘invenzione’ del Novecento.
Forse ricordiamo tutti l’odioso Trattato di Tolentino (1797) con il quale Napoleone si accaparrò una enorme quantità di opere d’arte fino ad allora possedute e conservate in Italia, giustificando il gesto come un “atto dovuto” nei confronti del conquistatore vittorioso delle Campagne militari. Lo stesso paternalistico atteggiamento che tante volte si è ripresentato nella storia, a partire dai Romani vincitori sui Greci e via via nel tempo, fino ai più recenti episodi legati ai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Proprio a questi ultimi fatti si riferisce The Monuments Men, bellissimo film del 2014 scritto, diretto, prodotto e interpretato da George Clooney.
Ebbene, se prendiamo a prestito il titolo, declinandolo al singolare, possiamo senza tema di smentita affermare che il primo di questi eroi fu proprio Antonio Canova. A lui si deve la restituzione di gran parte del ‘bottino’ napoleonico (circa la metà degli oltre 500 oggetti trafugati) pervicacemente inseguito dall’artista, nonostante la mancanza di un elenco aggiornato e completo delle opere da recuperare, da lui invano richiesto a gran voce.
Non dormiva la notte al pensiero di fallire, non mangiava né trovava alcun sollievo Canova, come dice a chiare lettere la sua corrispondenza con il cardinal Consalvi: “Io non ho tempo per allungarmi più oltre, mancandomi fino quel di respirare; e sono parecchi dì che non mangio né dormo, né mio fratello né io, per far preparare le casse e ripigliare, con una furia senza esempio, quello che resta al nostro museo. Purché io sia in tempo. Le pene, le angustie, li fastidii da me finora sofferti sono indescrivibili; né vi voleva meno di tutto il mio amore per l’arti e pel servizio di Sua Santità, onde sottopormi a un carico tanto incompatibile col mio carattere” (10 ottobre 1815).
Forse è proprio a lui che tutti noi dovremmo innalzare un monumento!