Mario Giacomelli. La figura nera aspetta il bianco - Finissage
Venerdì 27 maggio 2016 presso il Museo di Roma Palazzo Braschi ci sarà l’evento di finissage a due giorni dalla chiusura della mostra Mario Giacomelli. La figura nera aspetta il bianco. Dalle 17,30 alle 19,30 nelle sale del museo si svolgerà un vero e proprio happening fatto di musica e parole. Sarà possibile ammirare le fotografie esposte, guidati nelle diverse sale dalla curatrice Alessandra Mauro e del sassofonista Stefano Diglio: un incontro/improvvisazione speciale tra musica, parole e immagini.
La grande esposizione antologica ha proposto per la prima volta a Roma un viaggio appassionante nella fotografia di Mario Giacomelli, nella sua arte, nella sua intima e profonda poesia, nel suo furore creativo. La mostra, promossa da Roma Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è prodotta da Fondazione Forma per la Fotografia, in collaborazione con Archivio Giacomelli di Senigallia, e organizzata con Zètema Progetto Cultura.
L’esposizione presenta circa 200 tra le fotografie più importanti del fotografo di Senigallia, tutte in formato originale: stampe vintage e autografate dall’autore. L’esposizione consentirà per la prima volta al pubblico di Roma di ammirare una grande retrospettiva del lavoro di Giacomelli, realizzata in stretta collaborazione con la famiglia e accompagnata dall’analisi storico critica di vari importanti autori.
Nelle sale di Palazzo Braschi sono esposte molte delle celebri serie del grande fotografo italiano, il più importante e innovativo che l’Italia abbia mai avuto: dalle sue prime fotografie, scattate sulla spiaggia di Senigallia nel 1953, alle serie dedicate all’Ospizio (Verrà la morte e avrà i tuoi occhi), ai “pretini” in festa nel seminario della città (Io non ho mani che mi carezzino il volto), a Lourdes, alle atmosfere fuori dal tempo di Scanno, ai contadini de La buona terra, senza trascurare le serie dedicate alle grandi poesie che affascinavano con il loro ritmo e la loro profondità Giacomelli (A Silvia, Io sono Nessuno, Ritorno …).
Non mancano in mostra anche le straordinarie immagini del paesaggio marchigiano, che per tutta la vita Giacomelli non si è mai stancato di fotografare, di riprendere e di sorprendere, ed alcune tra le sue immagini più “materiche”, dove la tensione tra le figure nere e il bianco di fondo si fa attesa drammatica, corposa, lirica.
Saranno visibili anche altre serie (Ritorno, Territorio del Linguaggio, il volo lento delle farfalle), che testimoniano quel lavoro incessante di grande inventore di immagini che ha sempre contraddistinto il lavoro di Mario Giacomelli.
Il libro che accompagna la mostra è pubblicato da Contrasto. Accanto alle fotografie, completano il volume una biografia di Mario Giacomelli curata dal figlio Simone e da testi e analisi critiche di Roberta Valtorta, Paolo Morello, Ferdinando Scianna, Christian Caujolle, Alistair Crawford, Goffredo Fofi e Alessandra Mauro.
Mario Giacomelli, nato a Senigallia nel 1925, inizia a lavorare a 13 anni in una tipografia. Nel 1952 compra una macchina fotografica e scatta la sua prima immagine, “L’approdo”. Da allora, fotografo non professionista per scelta, si dedica alla creazione delle sue intense serie fotografiche: la vita d’ospizio, i paesaggi, Scanno, il mondo contadino.
Nel 1953 entra a far parte del gruppo fotografico Misa e nel 1956 de La Bussola. Dal 1955 viene celebrato dall’allora direttore della fotografia del MoMa di New York John Szarkowski e comincia a ottenere riconoscimenti e a esporre in Italia e all’estero. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. Muore a Senigallia nel 2000.
Informazioni
Si accede all'evento con il biglietto della mostra
060608 tutti i giorni 9.00-21.00
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