Il Foro Romano allagato dalla piena del Tevere del 900
Pio Bottoni (Tivoli 1883 - Roma 1936)
“Per le continue piogge di questi giorni il Tevere torbido, violento e sinistramente ululante passò sotto i ponti, toccandone quasi la sommità degli archi, e trascinando nella sua corsa vertiginosa tronchi d’alberi, pagliai, zolle di terra e bestie morte. […] II Foro Traiano, il Foro romano e il Pantheon fin oltre all’obelisco, inondati; anche le tombe reali vennero deturpate dalle acque limacciose. […] II peggio fu poi, che, nel calare giù il Tevere, le acque avendo corrose le fondamenta dei muraglioni, che alla sua destra si stendevano dal ponte Garibaldi fino al ponte Cestio, per un bel tratto questi si rovesciarono nel fiume strascinandosi dietro e la terra smossa e gli alberi e i fanali. Fu uno spettacolo orrendo! Infinita gente trasse a vederlo. Lo scoscendimento avvenne il 3 novembre verso le 9 di sera”
(da “La Civiltà Cattolica”, serie XVII, fasc. 1207, Roma, 23 novembre - 6 dicembre 1900).
Il suggestivo dipinto di Pio Bottoni illustra la zona del Foro romano con la veduta del tempio dei Dioscuri e l’Arco di Tito sullo sfondo, dopo l’inondazione che nei primi tre giorni di dicembre del 1900, primo anno giubilare del nuovo secolo, devastò Roma e che provocò, nel momento del ritiro delle acque, il crollo di un tratto privo di banchina del muraglione all’altezza dell’Isola Tiberina. I lavori di costruzione degli argini terminarono nel 1926
Chefs d'oeuvre de la salle
La salle
(sale 16-17-18-19)
Il terzo piano del nuovo allestimento è dedicato alla Roma moderna, a partire dalla proclamazione della città a capitale del Regno d’Italia (1871), con il progetto per la costruzione degli argini del Tevere e il Piano Regolatore del 1883.